La Spiaggia Rosa è la spiaggia più bella, più particolare e più protetta dell’arcipelago maddalenino. Dal 1992 vi vige il divieto di accesso, transito, balneazione e sosta sulla spiaggia ed entro i limiti stabiliti dalle boe poste a circa 70 metri dalla riva. La sfumatura rosa si vede soprattutto sulla battigia.
Sabbia rosa: come è possibile?
Il nome della Spiagga Rosa viene dal caratterisico colore dato da un insieme di sabbia molto chiara, granelli di granito e soprattutto una grande quantità di frammenti di gusci scheletrici di microorganismi marini che nel linguaggio specialistico assumono i nomi di Miriapora Truncata e Miniacina Miniacea. Questi microorganismi hanno origine nei rizomi delle praterie di Posidonia oceanica. Dopo il loro disfacimento, i frammenti color rosso mattone si frantumano, cadono sul fondale e le correnti di fondo vanno a depositarli nella parte superficiale dell’arenile. La lunga esposizione al sole fa il resto – i frammenti sbiadiscono e diventano prima rosa chiaro fino a diventare bianchi.
La concentrazione elevata di frammenti rosa nella Spiaggia Rosa è quindi dovuta ad una eccezionale concomitanza di 5 fattori: la presenza di una ricca prateria di Posidonia oceanica, la morfologia dei fondali, la conformazione della costa, le correnti che portano i frammenti verso la riva e la quasi assenza di forti venti.
La Spiaggia Rosa diventa area protetta
Una volta la spiaggia era frequentata dai turisti, ma purtroppo molti presero l’abitudine di portar via la sabbia rosa come souvenir. Inoltre troppi ancoraggi agitavano le acque prospicienti la spiaggia in modo irregolare e strappavano la posidonia facendone arretrare l’estensione. La conseguenza fu una notevole riduzione della percentuale di sedimenti formati da detriti di gusci e il colore rosa quasi sparì. Grazie ai divieti si spera di poterlo ripristinare.
Oggi quindi possiamo ammirare la spiaggia dalla barca, nelle vecchie fotografie oppure grazie alle inquadrature di Michelangelo Antonioni che nel 1964 girò qui il suo primo film a colori Deserto rosso, vincitore del Leon d’Oro al festival di Venezia, con la giovanissima Monica Vitti come protagonista.
Il Robinson Crusoe dei giorni nostri
A proteggere questo inestimabile capolavoro della natura, dal 1989 in poi ha contribuito anche l‘ultimo custode della spiaggia il signor Mauro Morandi. Dietro la spiaggia in mezzo alla vegetazione si vede la sua casa, che fu la stazione radio durante la seconda guerra mondiale. Il custode, un ex insegnante di educazione fisica di origini modenesi, nel 1989 era sbarcato nell’isola a causa di un‘avaria al catamarano col quale con amici intendeva arrivare in Polinesia. Costretto a quell‘approdo di fortuna decise di rimanere nell’isola di Budelli divenendone l’unico abitante. Ora che Budelli fa parte integrante del Parco nazionale dell’arcipelago di La Maddalena, il parco ha deciso la demolizione della casa dell‘ex-custode, che pare abbia subito modifiche non autorizzate. L’edificio dovrebbe essere recuperato e trasformato in osservatorio ambientale.
Pillole di curiosità: il nome originale
Infine una particolarità: i maddalenini conoscono questa spiaggia col nome di Cala Roto. Il toponimo è dovuto alla presenza del roto, in gallurese piccola aia, una superficie circolare di terreno, pavimentata in argilla o in granito, che veniva utilizzata per separare i chicchi dalla paglia e dai detriti delle foglie.